LA CHIAVE DEL MONDO
Apro del
mondo tutte le porte
lunghe,
larghette e persino un pò corte,
sono
d’acciaio, di ferro o di legno,
se
sei preciso vado nel segno.
Apro
nel cuore spazi bollenti,
chiudo
la toppa ai deficienti
che
giocano troppo con l’animo umano
… col
chiavistello ed urlano invano.
Chiudo
i bauli e gli antichi ricordi
dei
miei due nonni che oggi son sordi,
chiudo
lo scrigno dei gioielli di zia
e per
aprirlo ci vuol Porta Pia.
Apro
la madia con il cibo importante,
pane,
biscotti e le olive già frante,
del vino
novello, pomodori e zucchine…
ho
aperto una reggia di idee sopraffine.
Io
apro le porte degli alberghi di lusso,
che
tu sia birmano, tedesco o un po’ russo,
e
giro e rigiro per dar sicurezza,
agli
ospiti tutti regalo certezza.
Un
tempo donavo castità a quelle donne
lasciate
da sole a far le madonne,
ma
poi mi pentivo alle richieste infinite
e
lasciavo si aprisse con un giro di vite.
Io
sono la chiave come avete intuito,
ed è
la tua mano con l’aiuto di un dito,
che
permette che giri intorno alla toppa
senza
aver vinto nemmeno una coppa.
Io
sono talvolta anche chiave di volta
e quando
mi usi la certezza è gia molta,
sono
persino di violino la chiave
dono al
tuo mondo quel suono soave.
Io
apro, poi chiudo, riapro e richiudo,
questo
lavoro mi rende un po’ nudo…
ma mentre
io faccio le mille capriole,
prendo
i bambini ed apro le scuole.
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