mercoledì 28 novembre 2012

PANE ED EDUCAZIONE





















PANE ED EDUCAZIONE

Dal tuo vocabolario
e dal nostro calendario
è stato cancellato
il termine "educato".
Il suo significato
in un tempo ormai passato
era pieno di calore
contenuti e molto onore.
Nel tempo é poi accaduto
che nel senso si é ecceduto
e dalle maniere belle
si é giunti alle pazzielle.
La colpa é della madre
ma forse piú del padre
semmai é la televisione
con qualche trasmissione.
Le amicizie son sbagliate
alcune esagerate
la palestra é perdizione
la Chiesa costrizione.
Ma essere educato
é il bianco del bucato
é il candore di un bambino,
giocare a nascondino.
Vorrei l'educazione
fermata alla stazione
pronta per un bel treno
che corra senza freno.
La tappa piú importante
é il mondo dell'infante
dove, c'é da insegnare
che é valido ascoltare.
Un'altra tappa ancora
é alzarsi di buon ora
ed aiutare gli altri,
finendo d'esser scaltri.
Educazione  é bello
un pó come un gioiello,
educare é un patrimonio
fa rabbia al re demonio.
Questa é la filastrocca
che sembra un poco sciocca
ma la morale interna
é come una lanterna,
Illumina il cammino
di chi ama il suo vicino
e di chi mangia a colazione
pane ed educazione.

sabato 24 novembre 2012

VITA IN CONFUSIONE


VITA IN CONFUSIONE

Sono nato che ero un piccolo pulcino
scambiato in un istante per bambino,
la colpa fu della vista della mamma
che sognava d’essere gallina, ma che dramma.
Cresciuto divenni un giovane leprotto
ma tutti mi chiamavan giovanotto,
ero sempre più confuso di chi fossi...
per rabbia tinsi i miei peli tutti rossi.
Ormai ero adulto, un bel leone
con la criniera folta e un bel faccione,
ma le ragazze ignare per la strada
dicevan che bell’uomo da sciarada.
Sconvolto giunsi fino a sessantanni
nel ruolo dell’età, vestivo i panni,
ma se guardavo il corpo nello specchio
vedevo un lumacone, ormai già vecchio.
Ora sono un elefante, ormai in pensione,
a stento riesco a muover la ragione
ma, ahimè, i pargoletti di mio figlio 
mi chiaman spesso nonno, ed io sbadiglio.

giovedì 22 novembre 2012

STORIA DI UN PETTEGOLEZZO


STORIA DI UN PETTEGOLEZZO

Questa è la storia di un pettegolezzo
dalla brutta forma e dal cattivo olezzo,
una storia che non volevo raccontare
ma è d’obbligo scoprire il malaffare.
Partita la storiella da una tizia
che passa la sua vita a dar notizia
di ciò che le sue amiche in gran segreto
le dicono ignorando il detto dietro.
La storia di una donna, poverina
che dal nulla era diventata una velina
nella mente e nel dire delle bocche
di una serie di amicizie molto sciocche.
Questa donna aveva sussurrato
Il sogno di avere un fidanzato
ma la notizia semplice in partenza
piano piano raggiunse l’indecenza.
Il racconto prese le sembianze
di un luogo dove c’eran solo danze
organizzate con festini e alcove
per trovare fidanzati in ogni dove.
Il piacere diventò una perdizione
servito come era a colazione
e pranzi e cene pieni di invidiose
nascoste dietro al trucco di smorfiose.
In questo modo complesso e poco chiaro
la donna visse il suo momento amaro
perché per una semplice speranza
si ritrovò regina in una danza.
Decise che punire e dar lezione
creasse solo un clima di tensione
e per risolvere il problema nel futuro
bastava sollevare un gran bel muro.
Il gioco era ora non parlare,
silenzio imparando ad ascoltare
senza però cadere nel tranello 
che riportare diventasse un ritornello.

martedì 20 novembre 2012

LA CHIAVE DEL MONDO


LA CHIAVE DEL MONDO

Apro del mondo tutte le porte
lunghe, larghette e persino un pò corte,
sono d’acciaio, di ferro o di legno,
se sei preciso vado nel segno.
Apro nel cuore spazi bollenti,
chiudo la toppa ai deficienti
che giocano troppo con l’animo umano
… col chiavistello ed urlano invano.
Chiudo i bauli e gli antichi ricordi
dei miei due nonni che oggi son sordi,
chiudo lo scrigno dei gioielli di zia
e per aprirlo ci vuol Porta Pia.
Apro la madia con il cibo importante,
pane, biscotti e le olive già frante,
del vino novello, pomodori e zucchine…
ho aperto una reggia di idee sopraffine.
Io apro le porte degli alberghi di lusso,
che tu sia birmano, tedesco o un po’ russo,
e giro e rigiro per dar sicurezza,
agli ospiti tutti regalo certezza.
Un tempo donavo castità a quelle donne
lasciate da sole a far le madonne,
ma poi mi pentivo alle richieste infinite
e lasciavo si aprisse con un giro di vite.
Io sono la chiave come avete intuito,
ed è la tua mano con l’aiuto di un dito,
che permette che giri intorno alla toppa
senza aver vinto nemmeno una coppa.
Io sono talvolta anche chiave di volta
e quando mi usi la certezza è gia molta,
sono persino di violino la chiave
dono al tuo mondo quel suono soave.
Io apro, poi chiudo, riapro e richiudo,
questo lavoro mi rende un po’ nudo…
ma mentre io faccio le mille capriole,
prendo i bambini ed apro le scuole.

lunedì 19 novembre 2012

STREGA STREGA, GRATTA GRATTA


Strega Strega, Gratta Gratta

Strega Strega, Gratta Gratta
se non dipingo divento matta,
datemi subito i miei colori
per disegnare animali e fiori.
Gratta Gratta, Strega Strega
ho disegnato un Pesce Sega
e se stai fermo con quel cappello
al Pesce Sega aggiungo il martello.
Gratta Strega, Strega Gratta
con gli scherzetti siam pari e patta
ma se dipingi un topo verde
siamo sicuri che il gatto perde.
Strega Gratta, Gratta Strega
a questo gioco nessun si piega,
infatti il topo che ha appena vinto
dal gatto infame è stato tinto.
Strega Strega, Gratta Gratta
se non dipingo divento matta
ma se dipingo insieme a tutti
di questa vita raccolgo i frutti.
Viva i bambini e le loro mani
che creano il mondo e gli aeroplani
viva il sorriso e la retta via
il Gratta e Strega e la fantasia